Un composto simile al Thc (sostanza psicoattiva della canapa indiana) è stato rilevato nei tartufi di uso comune. La scoperta si deve ad uno studio condotto dal Campus BioMedico di Roma insieme all'Università dell'Aquila. E' in particolare il tartufo nero (Tuber melanosprorum) a contenere l'anandamide. Sostanza in grado di rilasciare sostanze chimiche che generano benessere e regolano l'umore. “La nostra idea - dice il ricercatore Mauro Maccarrone, biologo e chimico del Campus BioMedico di Roma, autore della ricerca pubblicata su 'Phytochemistry' - è che i tartufi la usino per attrarre gli animali e spingerli a nutrirsene, in modo che le spore possano essere disseminate nell'ambiente e questo favorisca la diffusione dei tartufi stessi". La notizia ha già fatto il giro del mondo, incuriosendo anche la Bbc.
Come si è arrivati alla scoperta? “Anni fa – spiega il ricercatore - avevamo dimostrato che la formazione della melanina nella nostra pelle era regolata proprio dagli endocannabinoidi. Siccome il tartufo nero contiene melanina - racconta lo studioso - ci siamo chiesti se l'anandamide, il lipide che stimola la produzione di questo pigmento per proteggere la pelle dai raggi, fosse anche nel tubero".
Grazie alla collaborazione con i colleghi abruzzesi, il team ha scoperto non solo la presenza della molecola, simile alla sostanza attiva della cannabis, ma l'ha anche misurata. "Abbiamo anche visto però che nel tartufo nero non ci sono i recettori chiave, su cui l'anandamide avrebbe dovuto agire per la melanogenesi". Perché dunque la molecola c'è ed è attiva? "La nostra idea - spiega lo scienziato - è che il tartufo produca questo endocannabinoide per spingere gli animali a mangiarlo. Così poi distribuisce le sue spore e si diffonde nell'ambiente".
La sostanza nel tartufo secondo il ricercatore italiano non serve ad attirarlo ma "punta ad appassionarlo a questo alimento. Questo endocannabinoide è presente anche nel latte materno e stimola il neonato ad assumerlo". Oltretutto "il tartufo è una specie molto più antica della cannabis. E la presenza di questa molecola nel tartufo ci dice che i segnali endogeni interni per produrre la sostanza psicoattiva sono antecedenti alla pianta che la contiene", conclude il ricercatore.
(Adnkronos)