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Umbria: Università Perugia certificherà piante da tartufo


lunedì 7 maggio 2018
    

 
 
La certificazione delle piantine tartufigene prodotte e commercializzate in Umbria potrà essere effettuata anche dal Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell'Università degli studi di Perugia. Lo ha stabilito la Giunta regionale dell'Umbria che, su proposta dell'assessore all'Agricoltura Fernanda Cecchini, ha approvato che lo schema di convenzione che verrà ora sottoscritto, con durata triennale.

"In questi ultimi anni – dice l'assessore – è aumentato l'interesse verso la tartuficoltura, sia da parte di coloro che hanno individuato una fonte di reddito nella produzione e commercializzazione di piante tartufigene sia da parte degli agricoltori per valorizzare terreni a scarsa produttività. Per il buon esito della coltivazione, occorrono terreni idonei ma soprattutto che querce, carpini, noccioli, pioppi e le altre piante con cui il tartufo può vivere in simbiosi mutualistica siano ben micorizzate".

  "Quali soggetti certificatori del grado di micorizzazione e della specie di tartufo della piantina – spiega l'assessore Cecchini – nel regolamento regionale che attua la normativa in materia di raccolta, coltivazione, conservazione e commercio dei tartufi sono indicati, oltre all'azienda vivaistica regionale Umbraflor, gli istituti universitari ed altri organismi pubblici specializzati. Con la stipula di questa nuova convenzione saliranno a cinque i soggetti certificatori autorizzati dalla Giunta regionale. Il Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell'ateneo di Perugia accresce infatti un elenco in cui figurano il Dipartimento di Biologia applicata dell'Università di Perugia, il Dipartimento per l'Innovazione nei sistemi biologici, agroalimentari e forestali e il Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali dell'Università della Tuscia".     

"Vi è compresa inoltre – prosegue l'assessore Cecchini - l'Unità organizzativa di supporto di Perugia dell'Istituto di Bioscienze e biorisorse del Consiglio nazionale delle Ricerche. Sono istituzioni scientifiche che da anni compiono studi e sperimentazioni – sottolinea - e di cui l'Umbria, come avviene in altre regioni, si avvale a garanzia della qualità delle piantine destinate alla tartuficoltura, in assenza di un riconosciuto protocollo nazionale e di una normativa che regoli l'attività vivaistica legata alla loro produzione".

 "La stipula di una ulteriore convenzione con l'Università di Perugia – conclude l'assessore -, diversificando la presenza dei soggetti certificatori, ma che seguono un'unica procedura codificata per la valutazione e certificazione delle piante micorizzate, corrisponde all'interesse delle aziende produttrici e di chi acquista le piantine tartufigene".

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