In apertura della 34° Mostra Mercato del Tartufo Bianco delle Crete Senesi, sabato 9 novembre, è organizzato un convegno voluto dall’Associazione Tartufai Senesi per sensibilizzare i consumatori sulla realtà italiana dei prodotti alimentari che riguardano il tartufo. Ve ne sono diversi che rimandano al tartufo ma che in verità contengono, in massima parte, un idrocarburo ricavato dal petrolio che conferisce un aroma simile a quello dei pregiati funghi ipogei.
Quello che i “cercatori” chiamano “tartufo artificiale” è una sostanza chimica di sintesi: il bismetiltiometano. Si tratta di un composto organico solforato, che si trova anche in natura all’interno di tutti i tartufi ed è quello che maggiormente contribuisce a creare l’inconfondibile aroma. In natura questo gas è presente nel tartufo insieme ad altre centinaia di componenti aromatiche diverse che conferiscono un aroma strutturato e complesso, mentre nel “tartufo artificiale” c’è soltanto il bismetiltiometano in dosi massicce.
“E’ proprio questo il problema – spiega Paolo Valdambrini, presidente dell’Associazione Tartufai Senesi – l’uso massiccio dell’economico bismetiltiometano al posto del molto più caro prodotto autentico sia nei prodotti delle grande distribuzione, sia nella ristorazione, sta falsando i gusti dei consumatori. Non dico sia un inganno, perché la pratica è legale, basta scrivere genericamente ‘aromi’ piccolissimo nel retro dell’etichetta e la legge è rispettata, ma sicuramente modifica i gusti dei consumatori meno esperti”.
“Oggi molti pensano che se il tartufo non ‘puzza’ di bismetiltiometano, passatemi il termine, non è buono – continua il presidente dei tartufai - in verità l’aroma del tartufo, specialmente di quello bianco pregiato, è tenue, complesso e molto armonico. Se vogliamo fare un paragone è come se confondessimo il perlage dello champagne con quello di una bevanda gassata con l’anidride carbonica. Perfino molti ristoratori servono, in buona fede, bismetiltiometano al posto del tartufo perché acquistano prodotti con diciture tipo tartufato o ‘al tartufo’ attratti da un considerevole risparmio senza sapere che lì il tartufo o non c’è oppure se è presente è solo in quantità irrisorie, il minimo di legge per poterlo inserire nell’etichetta’”.
“Vogliamo sensibilizzare l’opinione pubblica – conclude Paolo Valdambrini – e fornire ai consumatori tutti gli elementi per difendersi ed imparare a riconoscere un tartufo autentico, trovato nel bosco ed estratto dal terreno, da uno prodotto in un laboratorio chimico”.
La Mostra mercato di San Giovanni d’Asso offre due week end (9-10 e 16-17 novembre) per degustare, acquistare, conoscere e anche cercare direttamente questo prezioso fungo ipogeo. Insieme al tartufo bianco delle Crete Senesi, i visitatori potranno conoscere e apprezzare le altre grandi eccellenze di questo territorio come l’olio extravergine di oliva, il formaggio pecorino, il vino della Doc Orcia, il Brunello di Montalcino, il miele. Dalla “cerca” del tartufo e le visite al museo a lui dedicato, al giro dei frantoi, al cibo di strada, alle cene di gala (sabato 9 e 16), le degustazioni libere e guidate, tutto è stato pensato per condurre i visitatori all’interno di un territorio unico, ricco di tradizioni, prodotti di qualità e di un ruralità ancora genuina dove l’uomo è protagonista.