Nella provincia di Cuneo, patria del pregiatissimo tartufo d'Alba, cambia l'esame per l'accertamento di idoneità degli aspiranti tartufai. Dal colloquio orale con domande formulate dalla commissione esaminatrice l’esame diventa scritto, come già sperimentato in altre regioni italiane.
Il rinnovato interesse per la ricerca dei tartufi ha provocato nell’ultimo biennio un incremento del numero di candidati all’esame di abilitazione che nella Granda hanno superato i 100 all’anno. Nella gestione degli esami è risultata inadeguata la metodologia fin qui adottata ed è sembrato più opportuno – per la salvaguardia del patrimonio tartufigeno a fronte di un considerevole numero di aspiranti trifolao – proporre una modalità più rapida e più oggettiva sulla preparazione dei candidati.
La Provincia di Cuneo ha deciso di adeguarsi a quanto già accade in altre Regioni (Lazio, Umbria e Veneto) e, anche sulla base dell’esperienza maturata negli anni, ha scelto l’esame scritto con quesiti a risposta multipla, facendo riferimento anche alla piattaforma online e-learning attivata da qualche anno dalla Regione Piemonte con una sezione dedicata alla tartuficoltura dove sono pubblicati i quesiti finali di verifica delle conoscenze acquisite.
Il Settore supporto al territorio-ufficio tartuficoltura della Provincia di Cuneo partirà con il nuovo esame in fase sperimentale dalla prima sessione del 2020 prevista per il 12 marzo, a cui risultano attualmente iscritti 36 candidati. Si procederà con un esame in forma scritta, articolato in 20 quesiti a risposta chiusa multipla. Il candidato conseguirà l’abilitazione rispondendo correttamente a un minimo di 15 quesiti. Se le risposte esatte saranno di meno, comprese tra 14 e 11, dovrà sottoporsi anche a un colloquio orale. Al di sotto di 11 quesiti esatti il candidato verrà considerato non idoneo e, come già accade oggi conformemente alla legge regionale, potrà ripresentarsi all’esame dopo tre mesi e senza ulteriori spese. I quesiti d’esame verranno estratti da quelli contenuti nelle sezioni di verifica del corso online sulla tartuficoltura della Regione, quindi consultabili e testabili dagli aspiranti tartufai. La nuova formula di esame vuole essere un ragionevole compromesso tra le esigenze di salvaguardia del patrimonio tartufigeno che passa anche attraverso la presa di coscienza della complessità della natura e il riconoscimento delle buone pratiche trasmesse, in modo tradizionale, tra le diverse generazioni di trifolao.