La Confagricoltura Toscana è entrata nella discussione con vigore riguardo alla controversa legge regionale toscana (36/2023) concernente la ricerca, raccolta, coltivazione e promozione dei tartufi. Approvata verso la fine di luglio dal Consiglio Regionale, la legge ha ottenuto 22 voti favorevoli dal Partito Democratico (Pd), mentre Italia Viva si è espressa contro e Lega insieme a Fratelli d'Italia si sono astenuti. Tuttavia, Confagricoltura Toscana ha sollevato critiche significative, denunciando possibili impatti negativi su agricoltori e attività venatorie.
Una delle principali lamentele della Confagricoltura riguarda l'assenza di consultazione con le organizzazioni agricole prima dell'approvazione della legge. Marco Neri, Presidente di Confagricoltura Toscana, ha evidenziato un'apparente contraddizione nella legge: non riconosce il tartufo come prodotto agricolo, creando così incertezza e problematiche. Neri ha sottolineato che tale posizione contraddice anche il Piano di Sviluppo Rurale della Toscana, che invece offre supporto agli investimenti per migliorare la redditività e la competitività nella coltivazione dei tartufi.
Confagricoltura Toscana prevede che questa mancanza di riconoscimento abbia conseguenze negative, in particolare per istituti privati e attività venatorie. L'organizzazione ritiene che la legge debba meglio distinguere tra attività imprenditoriali e ludiche e fornire maggiori tutele per i coltivatori e gli imprenditori. La mancata inclusione delle organizzazioni agricole nel processo decisionale è stata considerata un'omissione critica da parte di Confagricoltura Toscana, che ha richiesto un tavolo di confronto per affrontare questa controversia.